Le piante velenose per il cane

Quando ci prendiamo cura dei nostri animali domestici tendiamo a prendere ogni tipo di precauzioni e accorgimenti per permettere loro di vivere al meglio e sentirsi il più possibile a proprio agio e al sicuro, lontani da malattie.

C’è però un altro rischio, costituito da quelle piante velenose che, qualora entrassero in contatto con i nostri amici a quattro zampe, potrebbero risultare molto dannose. Che si tratti di arbusti da giardino, di fiori ornamentali, di alberi, oppure di piante da interni, occorre avere sempre ben presente i pericoli celati tra fronde, rami, foglie, fiori e bacche. Vediamo insieme quali sono le piante velenose da tenere lontano da cani e gatti.

I nostri cani, soprattutto se molto giovani, sono animali curiosi, intraprendenti e ansiosi di conoscere il mondo che li circonda mediante l’ingestione di tutto ciò che appare nuovo, profumato e interessante: in poche parole appetitoso. Questo atteggiamento, unito al fatto che fisiologicamente spesso tendono a “brucare” per poter usufruire della fibra contenuta nei vegetali, li porta episodicamente a rischiare di ingerire piante intere, foglie, semi, fusti o bulbi che risultano tossici fino a divenire, qualche volta, persino mortali.

Le piante che sono pericolose per i nostri cani appartengono sia a specie comunemente reperibili in campagna, nei parchi e giardini cittadini, ma anche a quelle che comunemente ornano appartamenti, uffici e i nostri giardini. L’elenco completo sarebbe davvero lunghissimo per cui elenchiamo di seguito quelle più comuni e diffuse consigliandovi di evitare di acquistarle se vivete in compagnia di un cane.

Le intossicazioni si manifestano con:

  • disturbi gastrointestinali
  • febbre
  • apatia
  • mancanza di appetito
  • vomito
  • diarrea

La sintomatologia varia da pianta a pianta, dalle dosi assunte e dalla taglia del cane. In caso di intossicazione contattate immediatamente il vostro veterinario. I casi di avvelenamento da pianta, soprattutto durante i primi mesi di vita dei nostri animali, non sono rari.

Non somministrate mai farmaci o sostanze varie di vostra sola iniziativa (ad es. il latte) e non cercate mai di indurre il vomito, se non conoscete la composizione del veleno ingerito, perché potreste creare problemi ancora più gravi.

Ecco l’elenco delle piante velenose per il vostro cane:

Aloe (Famiglia Aloeaceae): l’ingestione delle sue foglie carnose può determinare nel cane diarrea sanguinolenta e aumento dell’urinazione a causa della barbaloina in esse contenuta.
Amarillide (Famiglia Amaryllidaceae): l’intera pianta risulta velenosa, soprattutto il bulbo, ricco di alcaloidi. I sintomi sono soprattutto gastroenterici, quali vomito, diarrea, coliche; talvolta il cane può presentare anche crampi, tremori e alterazioni del ritmo cardiaco.

Anemone (Famiglia Ranunculaceae): può causare, se ingerita, crisi convulsive e problemi gastrointestinali; è una pianta potenzialmente mortale, perché determina, ad alte dosi, depressione respiratoria.

Anturio (Famiglia Araceae): le foglie giovani, se ingerite, determinano ipersalivazione, diarrea, vomito, emorragie e difficoltà respiratorie.

Azalea (Famiglia Ericaceae): Piante estremamente diffuse, dai fiori di molti colori. Il cane s’intossica ingerendone le foglie. I sintomi compaiono dopo qualche ora e sono causati da una tossina che determina: anoressia, scialorrea, vomito, diarrea, nausea, depressione, coliche, tachipnea. Talvolta ci possono essere ripercussioni al fegato e al rene.

Begonia (Famiglia Begoniaceae): Tutta la pianta, in particolar modo le sue radici, può determinare intossicazioni gastroenteriche, generalmente risolvibili.

Bosso (Famiglia Buxaceae): Questa pianta, utilizzata soprattutto in viali, giardini e aiuole, può essere molto tossica per i nostri cani, anche se raramente la ingeriscono. I gravi sintomi determinati sono prettamente cardiaci e la morte per arresto cardio-circolatorio e respiratorio può verificarsi molto rapidamente dall’assunzione soprattutto delle sue foglie.

Calla (Famiglia Araceae): Tutta la pianta può essere tossica, sia per contatto che per ingestione; a seconda della modalità di intossicazione essa può determinare bruciori a livello locale, se toccata. Nausea, scialorrea, dolori addominali, diarrea e vomito se ne viene ingerita una buona quantità.

Calta palustre (Famiglia Ranunculaceae): Questa pianta risulta particolarmente acre e corrosiva in ogni sua parte e, se toccata dal cane, può rapidamente determinare dermatiti nel punto di contatto. L’eventuale terapia, di solito, è solamente topica.

Ciclamino (Famiglia Primulaceae): Sia le parti aeree che i tuberi sono tossici e, se ingeriti, a causa della linfa che contengono, possono determinare sintomatologia gastrointestinale con vomito e diarrea. Se l’ingestione è massiccia il cane può anche presentare convulsioni.

Croton (Famiglia Euphorbiaceae): Pianta con foglie grandi, verdi, variegate di giallo. Le parti tossiche sono rappresentate dal fusto e dalle foglie, contenenti un lattice ricco d’ossalati di calcio, caustico e vescicante per contatto, e dai semi, ricchi di una fitotossina. Il contatto con i primi determina nel cane eczemi, anche piuttosto estesi, e febbre; l’ingestione dei semi provoca sintomi gastro-enterici quali vomito, diarrea sanguinolenta e coliche.

Cycas revoluta (Famiglia Cycadaceae): L’ingestione delle parti di questa pianta può provocare nel cane un’intossicazione molto grave, caratterizzata da gastroenterite emorragica, coagulopatie, danni epatici, insufficienza renale fino a causarne la morte.

Dafne (Famiglia Thymelaeaceae): Tutte le parti di questa pianta ornamentale sono molto tossiche ma, mentre il contatto con essa può provocare solo forti eritemi, l’ingestione delle sue bacche scure, ricche di semi, provoca un avvelenamento così grave da poter uccidere il cane. L’evoluzione della sintomatologia è caratterizzata da bruciore alla bocca, diarrea sanguinolenta, stato d’incoscienza alternato ad episodi convulsivi, fino al coma e alla morte.

Dieffenbachia (Famiglia Araceae): L’intossicazione da parte di questa pianta, dalle larghe foglie verdi screziate di bianco, è piuttosto frequente. Le parti tossiche e fortemente irritanti sono rappresentate dalle radici, dalle foglie e dal fusto, ricche di sostanze che verosimilmente determinano liberazione nei tessuti di una forte quota di istamina, con conseguente forte irritazione dei tessuti venuti a contatto con le stesse. La sintomatologia, piuttosto imponente ma molto grave solo se c’è tumefazione laringea, può colpire l’apparato digerente, con stomatite, edema linguale e abbondante salivazione; il muso può gonfiarsi sensibilmente. La cute, nel punto di contatto, può presentare eritemi e vescicole. Talvolta possono risentire dell’intossicazione anche i reni. È tossica anche per noi umani ed è quindi meglio metterla fuori dalla portata dei bambini!
Edera (Famiglia Apiaceae): Questa pianta molto diffusa presenta foglie e bacche piuttosto velenose che, se ingeriti, possono determinare da una lieve gastroenterite con nausea, vomito e diarrea fino a difficoltà respiratorie, coma e morte del soggetto.

Elleboro (Famiglia Ranunculaceae): L’intera pianta, sia per contatto sia per ingestione, risulta molto tossica, determinando ipersalivazone, coliche, vomito, diarrea sanguinolenta, fino a disturbi cardiaci, paralisi e convulsioni.

Ficus (Famiglia Moraceae) : ll Ficus, comune pianta a foglie ovali, verdi scure, può determinare sintomi gastroenterici se, oltre a queste, ne viene ingerito anche il fusto. In tal caso il cane potrà presentare vomito e diarrea; talvolta anche il solo contatto può determinare la formazione di vesciche a carico di cute e mucose. Raramente si ha risentimento renale.

Filodendro (Famiglia Araceae) : Le parti tossiche di questa pianta dalle foglie a cuore sono i piccioli delle stesse e il fusto. La sintomatologia coinvolge l’apparato digerente, con edema linguale e stomatite, la cute con formazione di vescicole, il rene e l’apparato respiratorio.

Giglio (Famiglia Liliaceae): Il cane può intossicarsi per assunzione delle foglie o del bulbo. A seguito di ciò i sintomi evidenziabili nell’animale sono vomito, apatia e perdita di appetito, curabili se trattati velocemente.

Glicine (Famiglia Fabaceae): I suoi semi e baccelli, se ingeriti, possono causare forte vomito, diarrea e dolori addominali.

Iris (Famiglia Iridaceae): Pianta con fiori gialli, bianchi o viola. Le sostanze tossiche, forse degli alcaloidi, sono localizzate nei bulbi; questi, se ingeriti dal cane incuriosito dalla loro forma, possono determinare sintomatologia gastroenterica.
Monstera (Famiglia Araceae): Questa pianta, dalle dimensioni talvolta notevoli, presenta foglie e steli irritanti che, al contatto diretto con cute e mucose, possono provocare nei nostri cani dermatiti e edemi di labbra e lingua, ipersalivazione, diarrea, vomito, disturbi nella deglutizione, fino ad emorragie gengivali. La terapia è sintomatica, con antistamici e bagni della bocca con sostanze basiche.

Mughetto (Famiglia Convallariaceae): l‘intera pianta può essere molto velenosa se ingerita dai nostri cani, determinando diarrea, vomito, difficoltà respiratoria, aritmie e crampi.

Oleandro (Famiglia Apocynaceae): Questa pianta, molto diffusa in tutta Italia, è un vegetale estremamente velenoso in tutte le sue parti, in special modo le sue foglie, ricche di glucosidi cardiotossici; se ingerite possono provocare la morte per arresto cardiaco non solo dei nostri cani, ma anche di animali molto più grandi, compreso l’uomo.

Ornitogalo (Famiglia Liliaceae): L’ingestione del bulbo di questa pianta può determinare vomito, forte apatia e perdita d’appetito, fino a problemi ancora più gravi quali insufficienza renale ed epatica.

Rododendro (Famiglia Ericaceae): Pianta molto diffusa, le cui foglie, per ingestione, causano vomito, nausea, forte salivazione, diarrea, depressione, coliche, talvolta risentimento renale ed epatico.

Solano (Famiglia Solanaceae): Pianta ornamentale caratterizzata da bacche rosse, tanto attraenti quanto velenose. La loro assunzione può, infatti, determinare gastroenterite emorragica con forti dolori addominali, seguiti nei casi più gravi, da sintomatologia nervosa.

Spatafillo (Famiglia Araceae): L’ingestione accidentale delle sue foglie o del suo stelo possono provocare soprattutto sintomi gastroenterici, più raramente emorragie e disturbi respiratori.

Stella di Natale (Famiglia Euphorbiaceae): Questa pianta dalle caratteristiche foglie rosse, così comune nelle nostre case durante le festività natalizie, può causare irritazione oculare, con congiuntiviti, cheratiti e lacrimazione abbondante, se il cane viene a contatto con le sue foglie verdi, il suo fusto, più raramente con le brattee rosse. Talvolta anche la cute si può irritare e, se tali parti vengono ingerite, il cane presenterà anche stomatiti, scialorrea, vomito e diarrea.

Tasso (Famiglia Taxaceae): Pianta da giardino che cresce anche allo stato selvatico. Le sue foglie, i suoi semi, il legno e la corteccia sono particolarmente velenosi se ingeriti, in virtù dei sintomi essenzialmente nervosi che sono rappresentati da: tachicardia seguita da bradicardia, difficoltà respiratoria, alterazione della minzione, dilatazione della pupilla, agitazione e tremori che anticipano uno stato di estrema depressione, fino alla morte per paralisi cardiaca e respiratoria.

Tulipano (Famiglia Liliaceae): I bulbi di questa famosissima pianta dai fiori coloratissimi possono talvolta essere ingeriti dai nostri cani se lasciati incautamente a loro disposizione prima di essere sotterrati. La sintomatologia che di solito determinano è prettamente gastroenterica, non particolarmente grave.

Vischio (Famiglia Viscaceae) : Le bacche di questa pianta, ricche d’alcaloidi, sono molto tossiche e, se ingerite, possono determinare vomito e disturbi neurologici, fino a morte per arresto cardio-circolatorio.

PIANTE COLTIVATE
 

Aglio (Famiglia Liliaceae): Gli spicchi dell’aglio possono essere fonte di intossicazione per i nostri ausiliari che, a seguito della loro ingestione, potrebbero presentare diarrea, vomito, sangue nelle urine, anemia e ittero.

Canapa (Famiglia Cannabaceae): Questa pianta, coltivata per ottenerne fibra tessile, può determinare nel cane che ne ingerisce foglie e fiori, vomito, scialorrea, nistagmo, midriasi e abbassamento della temperatura corporea.

Cipolla (Famiglia Liliaceae): La cipolla, se mangiata in quantità discrete, nei nostri cani può determinare anemia per emolisi e presenza di sangue nelle urine; generalmente le forme patologiche sono piuttosto lievi e la gravità dei sintomi è strettamente correlata alla quantità di vegetale ingerito.

Erba Medica (Famiglia Fabaceae): Il contatto con questa pianta può determinare nei cani dermatiti, rese soprattutto evidenti da una conseguente esposizione al sole.

Fagiolo comune (Famiglia Leguminosae): I Fagioli crudi possono essere tossici per i nostri cani, determinando anoressia, diarrea, gastroenterite.

Fava (Famiglia Leguminosae): Le fave e i loro semi possono produrre, nei cani che le ingeriscono, sintomi relativi ad intossicazione dell’apparato digerente, oltre che febbre, pallore, ittero, aumento di volume di milza e fegato.

Lino (Famiglia Linaceae): I suoi semi e la parte germinale possono procurare, ai cani che li ingeriscono, crampi, tremori, vomito, alterazione del ritmo respiratorio e cardiaco.

Nicotiana (Famiglia Solanaceae): L’ingestione di questa pianta, come l’ingestione da parte del cane del tabacco della sigaretta, può determinare dolori addominali, diarrea emorragica, letargia, ipersalivazione, vomito, bradicardia e alterazioni neurologiche determinate dai glicoalcaloidi in essa contenuti.

PIANTE SELVATICHE

Acetosa (Famiglia Polygonaceae): l’acido ossalico contenuto in gran quantità nelle sue foglie dopo la fioritura può determinare, nei cani che ne ingeriscono grandi quantità, insufficienza renale.

Arum maculatum (Famiglia Araceae): Se assunto, può risultare mortale per alterazioni del ritmo cardiaco. Raramente può indurre fenomeni gastro-enterici.

Atropa belladonna (Famiglia Solanaceae): Le bacche di questa pianta, un tempo utilizzata per produrre cosmetici, se ingerite possono determinare un´intossicazione letale, con tachicardia, coma, paralisi del sistema nervoso parasimpatico.

Bella di Notte (Famiglia Nyctaginaceae): i semi, neri con superficie rugosa, hanno le dimensioni di un grano di pepe e sono tossici: se ingeriti dai nostri cani possono generare dolori addominali, nausea e vomito; in alcuni casi stato confusionale e dilatazione delle pupille.

Cicuta (Famiglia Apiaceae): Pianta velenosa per eccellenza le cui foglie, contenenti ben cinque diversi tipi d’alcaloidi, se ingerite da uomini e animali (a parte gli uccelli) in quantità variabili in relazione al peso corporeo, possono portare rapidamente a morte con sintomi neuromuscolari. Il veleno agisce anche indirettamente, cioè può portare ad avvelenamento anche in seguito ad ingestione di un animale che se ne era cibato in precedenza.

Colchico (Famiglia Liliaceae): E’ una pianta autunnale, che produce foglie solo dopo la fioritura. Tutta la pianta risulta estremamente velenosa, ma è soprattutto l’ingestione del bulbo e dei semi a poter produrre nel cane un avvelenamento mortale, caratterizzato da collasso, fino a paralisi muscolare e respiratoria. Letale anche per l’uomo.

Datura (Famiglia Solanaceae): La pianta è molto tossica per animali e uomini, qualora ne vengano ingerite le foglie oppure i semi. Può dare disturbi della vista, disorientamento, nausea, crisi di panico, aritmie, convulsioni, fino alla morte.

Digitale (Famiglia Scrophulariaceae): I glucosidi cardioattivi contenuti in tutte le parti di questa pianta, pur essendo utilizzati in medicina umana, se assunti in quantità eccessive possono essere causa di gravi aritmie anche negli animali.

Giusquiamo (Famiglia Solanaceae): Tutte le parti di questa pianta sono tossiche, ma è particolarmente grave l’ingestione delle foglie e dei semi perché ricchi di due alcaloidi: l-giusquiamina e scopolamina, in grado di causare rapidamente stato d’incoscienza e morte, determinata da grave scompenso cardiaco.

Lauroceraso (Famiglia Rosaceae): E’ la pianta che più comunemente viene utilizzata per la formazione di siepi. L’intera pianta, ma soprattutto le foglie e i frutti, contiene gli acidi idrocianidrico (cianuro) e prussico, potentissimi e rapidissimi nel determinare anossia citotossica, cioè blocco della respirazione cellulare, convulsioni e coma, seguiti da morte. Attenzione anche ai bambini!

Maggiociondolo (Famiglia Fabaceae): Pianta molto velenosa in tutte le sue parti; i fiori, i semi e le radici, contenenti l’alcaloide citisina, se ingeriti, possono determinare coliche, sudorazione accentuata, crampi, incoordinazione, fino al coma. Fortunatamente è una pianta fortemente irritante per lo stomaco e induce rapidamente vomito, così che generalmente l’assorbimento gastro-enterico è ridotto.

Mandragora (Famiglia Solanaceae): L’ingestione dei semi di questa pianta, anche in dosi limitate, può risultare pericolosa. Essi contengono infatti scopolamina, atropina e altre sostanze in caso di determinare rapidamente ipertensione, febbre, insufficienza renale, fino a perdita di coscienza.

Noce vomica (Famiglia Loganiaceae): detto anche Albero delle Stricnina, perché nei suoi semi è contenuto questo alcaloide estremamente velenoso, in grado, se ingerito, di determinare rapidamente convulsioni violente, contrazioni tetaniche e morte per paralisi respiratoria.

Ricino (Famiglia Euphorbiaceae): i semi di ricino contengono ricina, un potente veleno che, se ingerito, determina tardivamente (dopo 18-24 ore) gastroenterite, febbre, gravissimi danni renali, sete intensa e fortissimi dolori colici. L’evoluzione della sintomatologia può condurre a convulsioni e morte, similmente all’avvelenamento da cianuro. L’olio di ricino, un tempo assai usato, non ha la stessa pericolosità dei semi ingeriti poiché l’estrazione priva l´olio della componente tossica.

ALTRE PIANTE TOSSICHE 

Aconito (Aconitum): Ve ne sono molte varietà, con fiori di vari colori e forme diverse. L’intera pianta è velenosa, ma sono soprattutto le foglie ad essere tossiche.

Agrifoglio (Ilex aquifolium): Ha piccole bacche color rosso vivo; le foglie solitamente hanno delle punte e alcune varietà hanno la foglia a punta screziata color crema. E’ moderatamente tossico, può dare problemi digestivi e di generale abbattimento dell’animale.

Gelsemium (Gelsemium sempervirens): Pianta da esterni con foglioline verde scuro e fiori sempre gialli. E’ tossica l’intera pianta. Può dare difficoltà di deglutizione, difficoltà di coordinazione dei movimenti, debolezza muscolare, convulsioni, difficoltà respiratorie.

Kalmia (Kalmia spp): pianta sempreverde di dimensioni ridotte, cresce all’esterno ma si potrebbe coltivare anche in vaso con le dovute cure. Le foglie sono strette, a volte a punta, in altre varietà con la punta ovale. I fiori sono campanellini di vari toni di rosa, molto particolari, con all’interno una punteggiatura a forma di stella. Sono le foglie ad essere particolarmente velenose: se ingerite in grosse quantità possono dare convulsioni, coma e morte.

Ortensia (Hydrangea macrophilla): Pianta solitamente usata in esterni, forma grossi cespugli globosi alti fino a 2 metri, ma può essere coltivata anche in vaso, con dimensioni molto più ridotte. I fiori, che si presentano come grosse palle formate da fiorellini a più petali, possono essere di svariati colori (bianco, rosa chiaro e scuro, lilla, viola, azzurro, blu), conformemente al terreno ed alla varietà. E’ molto tossica: contiene una sostanza simile al cianuro, che può dare problemi respiratori, sino alla morte.

MASSIMA ATTENZIONE :

Si tratta di piante che potenzialmente danno gravi problemi. Per fortuna molte di esse sono abbastanza sicure perché il cane non riesce ad accedere alla parte velenosa; parliamo di albicocco, amarena, ciliegio, mandorlo, pesco, melo. Il cane dovrebbe masticare il nocciolo per arrivare ai semi velenosi che contengono glucosidi cianogenetici (cianuri).

Attenzione anche alle piante con spine o foglie appuntite come spade… La yucca, ad esempio: le sue foglie possono danneggiare seriamente gli occhi di Fido e Micio se correndo sfiorano con il muso la pianta. Attenzione in generale alle piante succulente o “piante grasse” come vengono di solito chiamate.

Ricordiamo che anche i concimi (non parliamo degli antiparassitari e dei diserbanti, ovviamente tossici) possono essere pericolosi a causa della concentrazione di sostanze contenute in essi: queste sostanze in piccole quantità sono presenti naturalmente sia nel corpo umano che in quello degli animali (ferro, potassio, zinco etc.) ma in concentrazione sono ovviamente da evitare. Tenete le bottiglie dei concimi lontane dai vostri animali e dai bambini. Anche gli ormoni da riproduzione per le piante sono tossici, anche per gli umani, e vanno manipolati con cura, indossando guanti e… lontani da Fido e Micio, i quali potrebbero inalarne una parte (in genere sono in commercio sotto forma di polveri).

RIMEDI DI EMERGENZA

C’è solo un comportamento da tenere in caso sospettiate che il vostro gatto presenti sintomi di avvelenamento da piante velenose: portarlo dal veterinario, insieme alla pianta se non siete riusciti a identificarla.
Nel periodo di attesa potete però seguire alcune linee guida per tamponare l’emergenza e cercare di far star meglio il vostro micio, eccovi alcuni consigli pratici.

  • Primo fra tutti spruzzare sulla pianta un prodotto disabituante, in modo da tenere il gatto lontano dalla pianta. Ottimo il nostro Puff disabituante cane effetto barriera spray che è stato studiato sia per aiutare a cambiare, in breve tempo e grazie ad una azione olfattiva, le cattive abitudini del vostro gatto di sporcare in luoghi esterni quali vasi, muri, balconi, ingressi e marciapiedi, cancelli, giardini, piante, aiuole, ruote d’auto, terrazze, cantine etc. sia per tenere il micio lontano da questi luoghi.  Adatto anche in casa per proteggere pavimenti, mobili, tappeti etc. Previene la marcatura del territorio. Evita l’emissione di urina e feci negli ambienti. Genera una barriera olfattiva a lunga persistenza.” Allontana i piccioni ed altri animali”.  Il prodotto è una miscela di oli essenziali le cui fragranze sono sgradevoli al gatto. Il prodotto è innocuo per persone, animali e piante e non contiene gas propellenti, rispettando ecologicamente l’ambiente. Non macchia, non unge.

Avvertenze: non ingerire, evitare il contatto con gli occhi, nel caso sciacquare abbondantemente. Tenere fuori dalla portata dei bambini. Prodotto pericoloso per gli organismi acquatici.

Modo d’uso: Spruzzare il prodotto sulla superficie da trattare da una distanza di 30 – 40 cm circa.  Nei periodi di maggiore presenza degli animali, spruzzare il prodotto tutti i giorni.

  • Rimuovete qualsiasi parte della pianta che sia ancora in contatto con l’animale;
  • Se necessario, lavate il vostro cucciolo con acqua tiepida e un po’ di sapone a pH neutro;
  • Se non conoscete il nome della pianta, portatela con voi dal veterinario, in caso di dimensioni ragguardevoli portatene almeno una parte;
  • In caso di vomito e diarrea, cercate di prelevarne un po’ e portate anche quello dal veterinario;
  • Tenete sempre pronti i numeri di intervento delle cliniche e centri specializzati in emergenze veterinarie presenti nella vostra zona e attivi 24 ore su 24.